I disturbi stagionali affettivi (dall’Inglese Seasonal Affective Disorders, S.A.D.) colpiscono circa due milioni di persone in Gran Bretagna e Irlanda e 12 milioni di persone in Nord Europa. Questi disturbi sono più diffusi a latitudini nord, dove nelle giornate d’inverno le ore prive della luce solare hanno il sopravvento. Ci sono grandi differenze di ore di luce tra l’estate e l’inverno e stagioni di tempo grigio e cupo, che riduce ulteriormente la quantità di luce che riceviamo con profondi effetti sull’orologio corporeo.
Nei mesi estivi, siamo esposti ad un numero maggiore di ore di luce diurna.Nei mesi invernali invece andiamo a lavorare quando ancora è buio e ritorniamo a casa quando il Sole è già calato, non godendo a sufficienza di luce diurna naturale.
Il corpo umano usa la luce come segnale per attivare alcune funzioni. I ritmi circadiani regolano: umore, sonno, veglia, appetito, digestione ed energia. Senza luce al mattino, il nostro orologio corporeo non produce gli ormoni necessari al momento del risveglio per sentirci attivi. Il nostro motore tarda a partire. Ci sentiamo stanchi, di cattivo umore, pigri proprio all’inizio di un nuovo giorno. Quando il corpo riceve la giusta dose di luce, produce invece ormoni che ci fanno sentire attivi e pieni di energia.
I disturbi stagionali affettivi comprendono: letargia (mancanza di energia), difficoltà a restare svegli durante il giorno e ad addormentarsi la sera, calo del desiderio sessuale, ansia, irritabilità, isolamento sociale, desiderio di carboidrati e cibi dolci, con conseguente aumento di peso.
I trattamenti raccomandati sono: farmacologici, consulenza psicologica / psicoterapia e fototerapia. La mancanza di luce provoca un aumento di produzione della melatonina (ormone che ci rende assonnati la notte) e una riduzione di serotonina, la cui mancanza provoca depressione. L’esposizione alla luce attraverso apposite lampade terapeutiche inverte questo processo.
Nella maggior parte dei casi i disturbi stagionali affettivi si manifestano dal tardo autunno lungo l’inverno, per scomparire nella bella stagione. Tuttavia alcune persone manifestano una diversa evoluzione del disturbo, con sintomi che si presentano in primavera ed estate.
Nei paesi vicini all’equatore, la forma estiva dei disturbi affettivi stagionali è più diffusa. Con l’allungarsi delle giornate, aumentano il caldo e l’umidità. Ci si scopre di più e molte persone si sentono a disagio, perché prendono bruscamente consapevolezza del loro aspetto fisico.
In estate, cambiano le routine quotidiane mettendoci a rischio di stress: chi ha figli deve trovare soluzioni che li tengano impegnati e poi ci sono le vacanze da organizzare e conciliare con il budget delle famiglie.Se molti amano arrostire al sole, per altri il caldo può essere tanto opprimente da rinchiudersi al fresco, con conseguente isolamento sociale ed effetti a cascata sull’umore.
Chi ha tendenze depressive è dunque più vulnerabile in condizioni climatiche estreme.
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Autore: Viola Nicolucci è psicologa laureata presso l’Università di Torino. Viola lavora come psicologa presso ambulatorio privato ed è parte dello staff di consulenza presso Therapion.com
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